«Per conferire una base solida all'insegnamento di teoria dell'architettura del paesaggio bisogna iniziare con la creazione di un atlante critico delle opere realizzate durante la breve storia della disciplina. Occorre identificare, analizzare e interpretare queste opere, cioè svolgere un vero e proprio lavoro ermeneutico. Le attività di ricerca nel campo dell'architettura del paesaggio dovrebbero partire proprio da qui, dalla storia non ancora scritta della disciplina. Quest'attività dovrà procedere in modo comparatistico e aperto, scrutando a vasto raggio tutto ciò che potrà entrare in un repertorio (argomentato) dell'architettura del paesaggio. Finché un tale strumento mancherà, un insegnamento della disciplina rimarrà sempre riduttivo e approssimativo. Non si tratta comunque soltanto di un'opera teorica, sviluppata all'interno dell'istituzione accademica e solo ad essa rivolta. Finché un tale catalogo ragionato delle opere paesaggistiche non verrà elaborato, anche la prassi (svolta nel nome di una disciplina definita in modo carente) ne pagherà il prezzo, indebolendo di fatto il peso e le possibili competenze professionali dell'architetto paesaggista.» (L'autore)
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