Il volume, rivolto a professionisti della cura, educatori, formatori, insegnanti e animatori sociali, recupera come necessario e attuale un sapere pedagogico fondato sulla relazione e sulla dimensione estetica dell'esistere, così da riconoscere il teatro come strumento, ovvero come 'tecnica', dell'apprendimento e della formazione, attraverso cui si sostanzia una possibile pedagogia dell'arte e della comunicazione. Il teatro e la sua dimensione 'laboratoriale', in quanto emergenza di una pedagogia del sentire, sono proposti come riflessione sulla metodologia, attraverso cui dar corpo e attualizzare una possibile embodied education, situata in quella ricerca pedagogica che attraversa il nostro tempo e intende contribuire alla configurazione di altre competenze necessarie all'educazione futura. Il testo si propone dunque anche come 'osservatorio' e spazio riflessivo, la cui specificità sta nella comunità di apprendimento attivata grazie ad un percorso laboratoriale, nel quale sperimentare e interrogarsi sul significato dell'arte come esperienza.
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