Il coronavirus si è abbattuto come un uragano sulle strutture politiche di tutto il mondo globalizzato. Il governo Conte non è stato all’altezza dell’emergenza, mentre l’Unione europea e altri organismi sovranazionali si sono squagliati come neve al sole. Gli unici che si sono salvati nella burrasca sono stati gli Stati nazionali e sovrani, di cui i globalisti avevano con troppa fretta diagnosticato la morte. Insomma, la sovranità, sia politica che monetaria, è di nuovo la centro del dibattito pubblico. Ed è per tutti questi motivi che torna prepotentemente d’attualità la figura di Simone Di Stefano, uno dei volti più noti e coerenti del sovranismo italiano. Abbandono dell’Ue e uscita dall’euro, intervento pubblico nell’economia e salde coordinate identitarie: sono sempre stati questi i suoi cavalli di battaglia. E ora che gli ultimi eventi gli stanno dando ragione, la sua voce arriva come una sentenza sul fallimento del globalismo e dei suoi dogmi. Il messaggio di Di Stefano è tanto semplice quanto ambizioso: l’Italia deve tornare a essere una nazione libera e sovrana.
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