Conoscenze, competenze, creatività e metodo costituiscono la base fondamentale – per la definizione di percorsi progettuali efficaci – nell’attuale scenario competitivo internazionale, dove le differenze disciplinari appaiono sempre più sottili e le specificità delle pratiche operative impongono nuove forme di relazione. Il percorso di educazione al design deve essere continuamente arricchito dal “carattere interdisciplinare” per interpretare la molteplicità delle relazioni inattese tra soggetti e condizioni contestuali; riformulare le teorie; interpretare i dati; valutare e verificare ipotesi e tesi per produrre nuova conoscenza. La pubblicazione “I passi del design” - attraverso connessioni mentali, giochi ricombinatori, processi concettuali e sperimentazioni scientifiche - propone una traiettoria aperta e integrata, volta ad avviare nuovi percorsi progettuali agili e inclusivi in sostituzione di schemi, regole, strumenti e logiche applicative che irrigidiscono anacronisticamente la disciplina del design. In quest’ottica, il testo propone una ricognizione critico-analitica volta a sollecitare riflessioni sugli orientamenti metodologici e differenti metodi per la progettazione inclusiva a partire dall’individuazione analitica dei metodi classici del disegno industriale ipotizzati tra il 1962 e il 1981; dalla selezione di metodi di progettazione contemporanea basati sullo User Center Design e attraverso la restituzione di esperienze di ricerca applicata in specifici settori industriali. Con lo scopo di esplorarne i confini e tracciare le linee evolutive del design inclusivo, - il percorso tracciato restituisce l’unione e alternanza di “voci interpretative” per indispensabili intersezioni interdisciplinari, tra ergonomia, humanities, multisensorialità, economia e scienze sociali. I “passi” per la definizione del “design universale” orientati a produrre nuove scoperte e invenzioni, senza per questo rappresentare il riferimento risolutivo della complessa dicotomia metodo e non metodo.
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