Nell’apparente eterogeneità di testi che vanno dal 1968 al 1991, questo volume conferma la coerenza di un’autrice che, fedele a ideali socialisti e femministi insieme, non ha mai smesso di denunciare le ingiustizie, mentre si guadagnava una reputazione di inventiva tale da farla definire “la Picasso” dell’arte drammaturgica. Già più di cinquant’anni fa il radiodramma 'Gemelli identici' esplorava la tormentosa questione dell’identità; 'Possesso' è una dura critica all’ossessione del denaro e del successo; 'L’ospedale al tempo...' indaga i meccanismi del potere coloniale e patriarcale e il discrimine tra azione rivoluzionaria, terrorismo e criminalità; bizzarramente incurante delle coordinate spazio-temporali, 'Trappole' vede i personaggi vivere molte diverse possibilità; 'Fen' è un ritratto corale che esplora le relazioni all’interno di una comunità, mettendo in luce la durezza del lavoro di bracciantato agricolo; l’ibridazione tra mezzi espressivi caratterizza 'Ritratti di figure con veleno' nelle storie della maga Medea, dell’avvelenatrice madame de Brinvilliers, dell’uxoricida dottor Crippen e dell’inventore Thomas Midgley.
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