Carlo Maria Martini (1927-2012) è stato una figura di riferimento nel panorama culturale italiano degli ultimi decenni. Divenuto arcivescovo della diocesi di Milano nel 1980, si è distinto per una non comune levatura culturale, morale e spirituale, tanto da essere uno degli autori religiosi più letti e tradotti nel mondo e da divenire un interlocutore rispettato anche dalla società civile e politica laica. I fedeli ambrosiani, e non solo, avevano l’opportunità di ascoltarlo in occasione dei tradizionali “Discorsi alla Città”, pronunciati ogni anno per la ricorrenza di sant'Ambrogio e tra i più rilevanti appuntamenti per il capoluogo lombardo. I Discorsi costituiscono uno dei migliori esempi di testi rappresentativi dello stile comunicativo ufficiale di Martini, in un connubio tra lògos (parola umana e Parola di Dio) e pòlis (città di Milano e attività politica). L’autore analizza la lingua e il pensiero di Martini quali emergono dai suoi “Discorsi alla Città”. Dopo un inquadramento che colloca la questione comunicativa e verbale all'interno dell’orizzonte martiniano, si affrontano i principali aspetti testuali e retorici, che palesano una notevole cura e consapevolezza dell’arcivescovo; tratti che vengono confermati dalla successiva analisi morfologica e morfosintattica (con particolare attenzione per i fenomeni dell’italiano dell’uso medio), sintattica e, da ultimo, lessicale (a cui è dedicato lo spazio maggiore dello studio).
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