Donne, uomini e bambini hanno attraversato il Mediterraneo centrale a bordo di barche sovraccariche per oltre vent'anni, per fuggire da guerre, persecuzioni o miseria, e inseguire il sogno di una vita migliore. Le tragedie che li hanno colpiti – i naufragi, le morti nel deserto, le torture nei centri di detenzione libici – non ci sono ignote. Ma alle inchieste ha fatto da contraltare una politica istintiva, tutta imperniata sulla logica dell'“emergenza”. Questo libro racconta l'evoluzione delle politiche migratorie italiane nel Mediterraneo: dai respingimenti del governo Berlusconi al lancio dell'operazione Mare Nostrum fino all'esternalizzazione della frontiera in Libia, al centro della strategia Minniti e tutt'ora in piedi, tra la retorica sensazionalistica dei “porti chiusi” di Salvini e il mite immobilismo del secondo governo Conte. Ma non solo. De Bellis riporta anche la sua esperienza, e soprattutto quella delle persone incontrate nel corso degli anni. Per poi proporre una riflessione sulla necessità di una visione politica più matura, che guardi alla mobilità come fenomeno fisiologico e rimetta l'essere umano al centro dell'azione pubblica.
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