«Anche la bicicletta fa un bel danno se ti arriva nella schiena, e mia nonna l'ha presa proprio in pieno». Comincia così la storia di Anna, che nel 1958 ha cinque anni, e vive in Calabria, in provincia di Catanzaro. È l'inizio di un viaggio nel passato del nostro Paese, cadenzato dalle musiche di Bob Dylan e di Joan Baez (che Anna ascolta alla radio Mivar che le ha comprato il papà), e poi, più tardi, dagli slogan della televisione, e da quelli urlati dagli studenti che occupano, nel Sessantotto, le scuole del Paese, mentre i telegiornali raccontano di un mondo in cui la Calabria non c'è mai, tranne quando si tratta di parlare della mafia. Anna però non è d'accordo coi telegiornali, e vorrebbe i capelli come Caterina Caselli, e le gonne corte come vanno di moda in quegli anni, mangiare dei panini con la mortadella e andare a fare spese nei negozi delle grandi città, visto che, da lei, c'è solo negozio di Bruno, dove hanno cominciato da poco a vendere qualche abito confezionato.
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