Può capitare che a un paracadute bianco, dopo aver assolto il suo compito di salvare la vita a un pilota militare in pericolo, possa toccare un imprevisto e insolito destino, lontano dalla destinazione bellica per la quale è stato confezionato. Può capitare in una storia di guerra e d'amore come quella raccontata da Dino Falconio, nel quale le tristi vicende della Napoli sottoposta ai terribili bombardamenti americani, pur narrate nella loro crudezza di vita, tra terrore delle sirene d'allarme, fuga precipitosa nei rifugi, paura delle assordanti esplosioni, attese estenuanti l'uno stretto all'altro, parole di conforto di chi ha più coraggio a chi ne ha meno, sono rannodate da uno straordinario filo di tenerezza. Pura fantasia che traspone una realtà storica in romanzo o ricordo di eventi che a Dino Falconio sono stati raccontati da chi quei momenti li ha vissuti? Forse l'una, forse l'altra; forse l'una e l'altra. Poco importa del resto stabilirlo data la godibilità, l'emozione e l'inattesa sorpresa finale che questa lettura suscita con la cronaca dei giorni terribili che Napoli vive, la nascita di una storia d'amore e gli esiti finali che rilevano la vera natura de Il Paracadute americano: quasi di fiaba. Di fiaba, d'amore e d'amicizie, che spunta proprio come fiore nel deserto, durante le ultime drammatiche fasi della seconda guerra. Che poi qualche lettore di età avanzata, una nonna o un nonno, che ricorda quei momenti possa ritrovarsi nel romanzo e nei suoi personaggi, è cosa che accade sempre quando una narrazione ha la efficace comunicativa e la magnetica presa di questo Paracadute americano.
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