Chiudi gli occhi e immagina. Immagina un mondo sporco. Agglomerati di luci dove gente troppo ricca vive in città troppo grandi, oberate da immondizia e fumi. Immagina, se ti riesce, che quella ricchezza impallidisca davanti alla vastità della miseria che le fa da cornice. Immagina una sconfinata distesa di casette in lamiera dove vivono, ammassati come topi, miliardi di persone che non hanno nulla di più di un panno steso ad un cielo marcio e grigio e una pancia grande da non riuscire a sfamare. Immagina un mondo dove le persone non possono capirsi perché usano linguaggi tra loro incomprensibili. Figurati che il mondo sia diviso in gruppi che si costruiscono ciascuno una propria personale idea dell’esistenza e che la vogliano imporre agli altri, con la forza se necessario. Ora, immagina questa forza, questo desiderio insano di imporre se stessi, divenire qualcosa di malefico, oscuro, capace di inghiottire vite umane, a centinaia, a migliaia, a milioni. Ora apri gli occhi: c’è una vecchia ubriaca che balla solo per te.
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