'L’inventore dell’amore', apparso a Bucarest nel 1945 e qui proposto con il contrappunto dell’originale romeno, mette in scena le coordinate teoretiche essenziali dell’attività artistica e politica di Gherasim Luca (1913-1994). Poeta, filosofo, artista, prosattore alla maniera di Urmuz e di Tristan Tzara, capofila del surrealismo romeno, noto e ammirato nella Francia del secondo dopoguerra da personalità del calibro di Lacan, Deleuze e Guattari, Luca in quest’opera allegorica e libertaria crea, incarnandola nella figura di Non-Edipo, la chance di un inconscio capace di futuro e di una rivoluzione emancipatrice da tutte le forme oppressive di dominio. La ricca introduzione e la versione a cura di Giovanni Rotiroti restituiscono la temperie in cui il testo ha conosciuto la propria gestazione e guidano nella lettura di queste pagine affascinanti e scandalose, in cui la teoresi di Luca, colorandosi della sua «terribile passione per il sacrilegio» e attraverso un lavoro plastico sulla lingua, attraverso il taglio delle parole, come una cubomania, inventa surrealisticamente un nuovo mondo in cui amare e vivere liberamente.
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