Aniela Pratesi accarezza parole, dipinge silenzi, assaggia la terra e ce ne restituisce il sapore antico, immemore e sempre nuovo, in un quotidiano in cui tutti possiamo riconoscerci – anche nei mostri di cui si popola, nei rostri a prua con cui navigare nell’incerto mare dell’esistere, pronti a frangere i flutti del dolore e a serbare come schizzi di onde redentrici, sul petto, in viso, negli occhi, un amore. Assedio, disperazione, fuoco e tormento, tempesta e quasi esilio; e a un tempo una luce, insistente, ostinata, in ogni pagina: brama di incanto, di quiete, di casa, memoria e speranza di eterno. In queste liriche corpo e mondo e universo e sogno fanno uno: carne dell’assenza, barbagli di presenza – come un fiore spezzato, come l’uomo. Se la poesia richiede solo «un po’ d’erba e di acqua pura», qui c’è vera poesia. A suggello, e quale coda di cometa, una scelta di poemi da raccolte precedenti, ma con il respiro nuovo, urgente, di oggi, testimonia l’intero percorso poetico dell’autrice.
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