Sin dall’apparizione della prima raccolta di Mircea Iv?nescu, uscita nel 1968, la poesia romena non è stata più la stessa. Poeta dei gesti non eclatanti, riservato e “trasparente” nella sua ricerca di invisibilità sia nella vita reale che nella sua arte, Iv?nescu ha proposto una “rivoluzione silenziosa”, introducendo nuovi modelli letterari che hanno anticipato la stagione postmoderna. Poeta dal linguaggio inconfondibile legato al quotidiano, ma anche all’artificio letterario, Iv?nescu crea un vero e proprio “mondo di carta”, una continua e sorprendente variazione sul tema, che nasconde una riflessione sulla letteratura e sull’autenticità del vissuto, a tratti ironica, a tratti disperata. In questo mondo doppio, a volte indecifrabile, ma così vicino a noi, emerge la figura immaginaria di mopete, un alter-ego poetico di Iv?nescu stesso, protagonista di una rossiniana comédie humaine, che alterna speranze, paure, rimorsi, depressione, donne angelicate, alcool e gatti.
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