Una barriera trasparente separa le persone con disabilità da chi ne è privo: la difficoltà di vedere la disabilità, sottraendola alla rimozione che ancora l'avvolge. Per tentare di abbattere la barriera, il testo propone di adottare una prospettiva umanistica che offra una fenomenologia dei modi parziali e distorti in cui la disabilità è stata ed è vista, aprendo, al tempo stesso, alla possibilità di una diversa e piena visione, fondata su un nuovo umanesimo in cui la vulnerabilità sia cifra essenziale dell'umano. I diversi saggi del testo si propongono come un contributo alla definizione di tale prospettiva. Dalla riscoperta delle tracce lasciate dalle persone con disabilità nella storia e nella letteratura del mondo antico, si passa alle analisi, condotte tra storia, sociologia e comunicazione massmediale, delle contraddizioni del nostro tempo, diviso tra tendenze inclusive e rischi di emarginazione e stigma. La linguistica, la filosofia e lo studio di diverse forme di rappresentazione artistica aprono inoltre spazi di riflessione su come sia essenziale, per muovere verso un nuovo umanesimo, tentare di dire, pensare e raffigurare la disabilità. Il testo chiude con esperienze di pittura guidate che traducono in immagini il vissuto di persone con disabilità mentale.
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