È opinione condivisa tra gli studiosi che, a partire dal 449 a.C., l'atteggiamento ateniese in politica estera sia prova di un avvenuto mutamento nell'ambito del progetto politico di Pericle: abbandonati i sogni espansionistici, si sarebbe rivolto alla conservazione dell'impero già acquisito. Il coinvolgimento ateniese nelle imprese coloniarie e militari estere è stato in genere sottovalutato dagli studiosi. Attraverso una meticolosa rilettura dei dati si sostiene che la politica estera ateniese di età periclea fu ininterrottamente rivolta al mantenimento del ruolo di dominio tanto entro i confini dell'impero quanto fuori. Tale politica pare, d'altronde, una soluzione inedita e originale ai problemi di governance che stringevano la Grecia di V secolo, una soluzione che solo una "grande" personalità in senso schleiermacheriano avrebbe potuto escogitare: Pericle fu capace di deviare il corso tradizionale delle cose e di orientare le decisioni e la vista stessa della propria polis ponendosi come modello e guida nei confronti degli altri individui.
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