Carmagnola, maggio 2017. Al secondo piano di un capannone, tra i campi della patria dell’omonima varietà di Cannabis Sativa, il telefono non smette di squillare. Da mezzo mondo arrivano offerte per acquistare tonnellate di semi e fiori. In cinquant’anni di attività, non è mai successo nulla del genere. Il motivo? Dopo un’illuminazione e mesi di riunioni corsare, Luca Marola e i suoi hanno messo a punto la ricetta giusta per rifare il look alla canapa industriale. Finiti i tempi del confino negli smart shop, la cannabis diventa light e buona da fumare e, dettaglio non da poco, costa quanto quella illegale. A poche ore dal debutto, EasyJoint deve chiudere le vendite online perché il sito non regge. Aprono migliaia di negozi, nascono nuovi brand. È sorto un mercato promettente, con un problema non da poco: manca una legge. La canapa industriale si può produrre, ma non fumare. È ora di dare l’assalto ai palazzi romani. Con il governo giallo-verde va male: il M5S è un alleato infedele; il leader della Lega, un nemico giurato. Il governo è cambiato, ancora non è scritta la parola fine. Chi vincerà la guerra?
error Non è stato possibile inviare il tuo giudizio sulla recensione