Il volume realizza una mappatura della drammaturgia di Caryl Phillips, uno degli scrittori di lingua inglese più studiati e tradotti nel panorama contemporaneo. Nato su un'isola dei Caraibi, Saint Kitts, e migrato in Inghilterra ancora in fasce, ha sempre rifiutato le etichette e le classificazioni che la critica ha usato per definirlo: postcoloniale, Black British, afro-caraibico, solo per nominarne alcune. Lo studio consta di tre parti: la prima chiarisce la posizione dell'autore in merito a queste definizioni, evidenziando quanto la sua scrittura poco si presti a essere imbrigliata in categorie rigide e monocordi, e quanto invece sia connotata da un'identità complessa che porta in sé un'idea transnazionale di appartenenza; la seconda analizza le fonti, le ispirazioni, le suggestioni che caratterizzano i suoi scritti; la terza è dedicata ai testi teatrali. Mentre i romanzi di Phillips sono stati e continuano a essere oggetto di costante attenzione da parte degli studiosi, i testi drammaturgici - Strange Fruit (1981), Where There is Darkness (1982) e The Shelter (1984) - passano inosservati.
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