Sotto le accoglienti acque del nostro mar Tirreno, nella cornice di uno dei paesaggi più suggestivi del mondo, si nascondono grandi tumulti geologici, che hanno originato colossali strutture sommerse di cui ci siamo accorti solo in tempi recenti. Il primato di vulcano attivo più grande d'Europa, per esempio, non appartiene all'Etna, bensì al misconosciuto Marsili che se ne sta appollaiato sulle piane abissali del Sud, a poche decine di chilometri dalle coste. La buona notizia è che nessuno di essi è in eruzione. Nondimeno, si stanno accumulando prove a favore di una consistente attività idrotermale, da cui il timore che possa innescare crolli di ampie porzioni degli edifici e, di conseguenza, tsunami. Tale scenario è preoccupante per il nostro piccolo mare, dove le onde raggiungerebbero le coste in brevissimo tempo senza alcun preavviso, poiché non esiste ancora un sistema di preallarme. Nel frattempo, il vorace fabbisogno energetico, unito alla necessità di attingere da fonti pulite, vede questi enormi vulcani come potenziali caldaie da sfruttare. Ma occorre valutare con attenzione il rischio nell'andar a stuzzicare 'il can che dorme', seppur con le dovute precauzioni.
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